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Serie Calssica DVD 03

SERIE CLASSICA

serie classica
dvd 03

Professor Cuzco


Assieme all’astronomo Tsuyoshi Daiba, il professor Cuzco è uno dei pochissimi scienziati terrestri che intuiscono il pericolo rappresentato dalle Manzoniane e cercano di scuotere gli apatici governanti terrestri, purtroppo senza risultati. Esperto di antiche scritture e in particolare di quella Maya, il professor Cuzco riesce a decifrare la scritta (realizzata con caratteri simili agli antichi ideogrammi Maya) presente sulla sfera nera lanciata sulla Terra dalle Manzoniane. Tale incisione recita: "Questa è la seconda patria dell’onnipotente popolo di Mazone". Poiché le sue conoscenze e la sua determinazione rappresentano un pericolo per le Mazoniane, viene ucciso da queste ultime come era già avvenuto per il suo collega Dr. Daiba. Ciò accade nonostante Tadashi avesse chiesto al Primo Ministro una scorta per tutelare la sicurezza dello scienziato. Il provvedimento era stato però ritenuto inutile dall’inefficiente governante. La morte del professore contribuisce a spingere Tadashi a lasciare la Terra, per recarsi a bordo dell’Arcadia. Il professor Cuzco è uno dei personaggi che si sono visti modificare il proprio nome nelle varie edizioni di manga e anime, è infatti noto anche come Kusko o Kusuko.

 

I modellini di Yattaran


Tra i personaggi che più amano giocare vi è sicuramente Yattaran. Per l’ufficiale in seconda dell’Arcadia tutto assume, almeno per un poco, il sapore di un gioco. Ogni qualvolta bisogna provare una nuova arma, o lanciare una bomba particolarmente sofisticata, accorre sul ponte urlando con fare infantile, ed esigendo di essere lui ad assolvere tale compito. La sua passione per la meccanica lo spinge infatti a gingillarsi con le sofisticate apparecchiature dell’astronave. Le sue sfide possono essere anche sciocche, come quando (nel manga) sfida Tadashi Daiba a chi mangia di più, affrontando una porzione di cibo dalle dimensioni ciclopiche e stramazzando al suolo dopo averla ingurgitata per intero. Ma il principale divertimento di Yattaran restano i modellini. Adora costruire riproduzioni in scala di mezzi militari del Ventesimo secolo, in particolare aeroplani, cui dedica la maggior parte del suo tempo. Se è alle prese con un modello particolarmente difficile, nulla può distrarlo dal suo obby, neanche l’infuriare della battaglia. Inoltre i suoi modellini sono spesso funzionanti, e si possono utilizzare come armi a sorpresa contro gli avversari di turno.

Giochi e hobby


L’equipaggio dell’Arcadia, quando non è alle prese con qualche combattimento spaziale o con lavori di routine a bordo, ama impiegare il tempo giocando. Scacchi e giochi di carte sono adattissimi allo scopo, utili per passare qualche ora piacevole nelle profondità dello spazio. Anche i pirati terrestri, durante le interminabili ora a bordo dei loro vascelli, spesso ingannavano il tempo con qualche gioco. Tra i più apprezzati c’erano i dadi e le carte. I primi potevano essere di legno, di osso o di altri materiali. Le seconde, sul lato che riportava seme e numero, erano talvolta decorate con illustrazioni e scene di vita quotidiana. Alcuni mazzi raccontavano, una carta dopo l’altra, qualche accadimento famoso, come un complotto politico o una battaglia. Tra i giochi di carte più diffusi c’erano antiche versioni del blackjack e giochi con nomi come "Babbeo" o "Quattro". Sulle navi, però, era vietato il gioco d’azzardo, era quindi proibito giocare per soldi, questo per evitare risse e conflitti destinati a finire in modo sanguinoso. Per scommettere intere fortune bisognava aspettare di attraccare in un porto e recarsi in qualche taverna malfamata in cui fare bagordi. In tali occasioni i pirati potevano perdere in una sola notte quanto avevano guadagnato in mesi di navigazione. I temibili predoni dei mari cadevano talvolta vittime di lestofanti meno minacciosi ma altrettanto abili: i bari.

 

Serie Classica episodi 7-9


Un episodio dopo l’altro agli occhi di Capitan Harlock e della sua ciurma le Manzoniane si rivelano sempre più come creature misteriose e temibili. Molti dei loro segreti però cominciano a essere svelati, facendo intuire in tutta la sua agghiacciante pericolosità il loro piano di conquista. Ma mentre Harlock, pur combattendole strenuamente, continua a mantenere un certo rispetto per le proprie avversarie, Tadashi in più occasioni rivela nutrire un odio profondo e accecante nei loro confronti.
Nell’episodio sette, dal titolo "La piramide in fondo al mare", l’Alkadia rileva delle interferenze provenienti dalla Terra e in particolare dalle Bermuda. Sul fondale marino viene scoperta una piramide, al cui interno, oltre a una strana struttura che ricorda un cervello pensante, si trova il corpo di una Manzoniana morta. Harlock ritiene che quell’antico monumento possa essere un cimitero, e decide di lasciarlo intonso in segno di rispetto. Ma Tadashi non è della stessa opinione e si immerge per distruggere il corpo della Manzoniana. Viene però attaccato da alghe che si trasformano in guerriere, e salvato solo dall’intervento dell’Alkadia. L’accaduto sottolinea ancora una volta il legame tra le extraterrestri e il mondo vegetale. Da un’indagine del computer risulta che lo stesso tipo di alghe è diffuso in molti luoghi della Terra, soprattutto in Giappone. In quella nazione, camuffate tra la popolazione, si nascondono molte Manzoniane. A capo di un commando Harlock sbarca nell’arcipelago, intenzionato a eliminare una alla volta le intruse, dando vita a scene fortemente drammatiche, mentre le malcapitate urlano bruciando. L’operazione viene interrotta dall’intervento dell’esercito, come sempre pronto a dare la caccia a Harlock.
Nei successivi "L’astuta tattica della regina" e "Le terribili piante umane" lo scontro si fa ancora più cruento e l’Alkadia deve affrontare per la prima volta una flotta di Mazone nello spazio. La nave pirata ne esce facilmente vincitrice, ma Harlock sa che si è trattato solo di una scaramuccia e che il peggio deve ancora arrivare. Inoltre viene definitivamente appurato che le Manzoniane sono una razza più vicina al mondo vegetale che a quello animale, e che nel lontano passato hanno avuto contatti con la civiltà Maya. La sfida è ancora aperta…

Shozo Uehara


Nato a Okinawa il 6 febbraio del 1937, Shozo Uehara è il principale sceneggiatore della serie classica di Capitan Harlock. Rimasto orfano ancora bambino, poiché perde i genitori durante la Seconda Guerra Mondiale nella battaglia di Okinawa, Uehara si laurea alla Chuo University. In seguito intraprende una lunga carriera nel mondo degli anime, scrivendo alcune delle più importanti serie nipponiche. Sceneggiatore della maggior parte degli episodi del robotica Ufo Robot Goldrake (1975), firma anche il film pilota di questa serie, dal titolo Uchu Enban Daisenso (La grande guerra degli UFO, del 1975). Per Harlock collabora anche alla sceneggiatura del film L’Arcadia della mia giovinezza (1982). Importante il suo aporto alla serie Ken il guerriero (Hokuto no Ken in originale, del 1984), di ambientazione post-olocausto e tratta dall’omonimo manga di Buronson e Tetsuo Hara. Attivo anche tra la produzioni live action, scrive le sceneggiature del telefilm Toei no Supaida-Man (1978), versione nipponica del celebre supereroe americano Spider-Man, a fine anni Settanta apprezzato anche in Giappone.

 
 

I mille nomi del mondo di Harlock


Leggendo i manga e visionando gli anime di Harlock ci si imbatte spesso in nomi leggermente diversi tra loro, o in personaggi differenti ma col medesimo nome. Il robot che presta servizio sull’Arcadia della serie televisiva classica, ed è noto semplicemente col nome Robot, e quasi identico al robot Battlyzer che riveste il ruolo di ufficiale sull’astronave Karyu, nella serie Cosmowarrior Zero.

Mari maledetti


Nell’episodio sette della serie classica, dal titolo "La piramide in fondo al mare", l’Arcadia ha per la prima volta a che fare col tratto di mare attorno alle isole Bermuda. Si tratta di una di quelle zone degli oceani da tempo ritenute maledette dai marinai. Il cosiddetto "Triangolo delle Bermuda" è un punto dell’Oceano Atlantico delimitato a nord dalle isole Bermuda, a ovest dall’isola di Grand Bahama, a sud da Portorico. In quel luogo si racconta di bussole che smettono di funzionare, navi che svaniscono nel nulla e altri fenomeni inspiegabili. Ma esiste anche un altro triangolo pericoloso, il "Triangolo del drago", noto anche col nome giapponese Ma no Umi, ovvero "il mare del Diavolo". I suoi vertici sono situati a Yokohama (nord), a Guam (sud) e alle isole Marianne (est). Anche in questo caso si racconta di navi sparite al suo interno, forse divorate da draghi che dimorano nelle profondità. Infine, va segnalato che i marinai temono molto di attraversare anche il mare dei Sargassi, quella parte di oceano Atlantico compresa tra le Antille e le Azzorre. Le alghe presenti in quel luogo, dette appunto sargassi, sono moltissime e formano enormi ammassi, tali da stritolare interi vascelli, almeno secondo quanto raccontato dai marinai nelle taverne. Se tutto ciò sia vero, o semplicemente il frutto ci coincidenze, paura, allucinazioni e qualche birra di troppo, ancora oggi nessuno sa dirlo con certezza.

 

Histerias


Il personaggio di Histerias appare solo nell’ottavo episodio della serie. Si tratta di un ufficiale della settima flotta di Mazone. Come tutte le Manzoniane è alta e slanciata, oltre che dai bei lineamenti. In tuta da pilota è fiera e minacciosa. Viene catturata dall’Arcadia, che individua la sua astronave mimetizzata nello spazio. Dopo averla interrogata, Harlock decide di lasciarla andare, affermando "non ci combatterà più". Histerias è stata infatti scoperta nel corso di una missione segreta, un fallimento che la regina Raflesia non le perdonerebbe mai. Anche se lasciata libera, quindi, non può tornare tra le fila della sua flotta, ma solo cercarsi un posto dove morire da sola. Il capitano dell’Arcadia le concede insomma un modo onorevole per andarsene, consapevole dello stato di solitudine in cui ora la sua nemica si trova. Tadashi Daiba reagisce però a tale decisione in modo collerico. Vuole uccidere Histerias e la insegue nello spazio. Ingaggiato un breve combattimento distrugge il suo mezzo, uccidendola. La vita della Manzoniana è infine giunta al suo termine, anche se in modo più triste e violento di quanto avrebbe voluto.

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